


Odore e sapore particolarmente delicati, teneri e privi di fibrosità; totalmente bianchi.

L’Asparago Bianco di Cimadolmo viene coltivato in una precisa zona della provincia di Treviso, caratterizzata dal terreno limaccioso tipico delle zone alluvionali. Qui scorre il fiume Piave a cavallo del quale e fino al corso del Monticano si sviluppa l’ area di produzione prevista dal disciplinare del Consorzio.
Il clima è quello temperato - umido tipico della zona di produzione, caratterizzato da primavere con elevate intensità di pioggia che favoriscono il rapido accrescimento dell’asparago, consentendo l’ottenimento di turioni bianchi, teneri e privi di fibrosità. Viene coltivato sotto teli scuri per impedire l’esposizione alla luce, che pregiudicherebbe il candore dei turioni.
Ortaggio bianco alabastrino, senza sfumature, tenero e dolciastro che delizia anche i palati più esigenti, presentandosi talvolta come unico ingrediente di piatti davvero squisiti.
Dietro questa prelibatezza c’è un duro lavoro, fatto ancora a mano dagli agricoltori del trevigiano che la mattina presto, addirittura quasi all’alba, cominciano a raccogliere i delicati turioni.
Questo perché gli asparagi non devono prendere la luce, pena i riflessi verdacei o rosa che deprezzerebbero il prodotto.
I mercati principali di riferimento dell’Asparago Bianco di Cimadolmo I.G.P. sono l’Italia, in particolare Veneto, Friuli e il Milanese; all’estero Svizzera, Austria, Germania. Altro bacino importante per la vendita al dettaglio sono Stati Uniti e Hong Kong, dove il bianco ortaggio è particolarmente apprezzato e ricercato.
Tra il fiume Piave ed ettari di vigneti, si snoda la Strada dell’Asparago Bianco di Cimadolmo IGP. Il simbolico km 0 parte da Cimadolmo (segnalato da una pietra miliare) e dà il via ad un percorso che offre al visitatore la possibilità di immergersi nei più vari scenari: dai reperti romani alla storia della prima guerra mondiale, dalle case coloniche alle antiche chiese, dai percorsi nella natura alla cucina genuina.

Devono essere impiegate zampe o piantine esenti da malattie.
Il periodo di trapianto per le zampe è tra marzo ed aprile.
La densita d’impianto non deve superare le 16 mila piantine e/o zampe per ettaro, con larghezza tra le file non inferiore a due metri e mezzo.
La coltura non deve succedere a se stessa o ad altre liliacee per almeno 24 mesi.
Inoltre la coltura non deve succedere alla bietola, patata, carota e leguminose.
E’ da eseguire un’analisi completa del terreno ove tale coltura e destinata e ripeterla almeno dopo cinque anni.
II terreno destinato all’impianto deve essere preparato procedendo ad una aratura leggera, preceduta o seguita da ripuntatura profonda.
Per la formazione dei cumuli per la produzione di turioni bianchi non deve essere impiegato l’aratro ma un’attrezzatura idonea.
E’ d’obbligo la pacciamatura per la produzione di turioni bianchi. In caso di utilizzo di film plastico nero lo spessore minimo deve essere di 0,1 mm.
Mediamente un quintale di asparago asporta: 2,5 kg di azoto, 0,7 kg di fosforo, 2,25 kg di potassio; tali quantitativi sono da reintegrare con la concimazione.
L’azoto ed il potassio vanno distribuiti da maggio a fine luglio, il fosforo ed il boro a fine autunno - inizio inverno.
La concimazione minerale deve essere integrata con ammendanti organici. L’asparago abbisogna di irrigazioni. In periodo siccitoso sono da apportare 50 mm . di acqua ogni 10 giorni. In relazione al livello pluviometrico, si rendono in media necessari 3-4 interventi irrigui da giugno a tutto agosto.
La difesa fitosanitaria deve fondarsi sulla corretta applicazione delle tecniche agronomiche. Deve pertanto fare ricorso alle tecniche di lotta integrata indicate dai Servizi fitosanitari preposti o di lotta biologica in modo da ridurre al minimo indispensabile gli interventi di chimici.
La raccolta inizia a partire dal terzo anno. I primi turioni si raccolgono in marzo (il venti circa) ed il periodo di raccolta si protrae per 15-20 giorni al terzo anno di impianto, per 40-60 giorni dal quarto anno in poi.
Il periodo di raccolta non deve in ogni caso protrarsi oltre il 30 maggio.
La produzione massima prevista e di 7000 Kg/ha.
I turioni di Asparago Bianco di Cimadolmo vanno raccolti nelle ore piu fresche della giornata e con minore intensita di luce.

Famoso e conosciuto fin dall’antichità, tanto da essere citato da Plinio il Vecchio (23 d.c.-79 d.c.) come "prodigia ventris" . Plinio e Columella (4 d.c.-70 d.c.) illustrarono la tecnica di coltivazione nelle loro celibri opere.
L’asparago conosce sempre più fama e versatilità fino ad essere sistematicamente coltivato a partire dal 1600 in diverse varietà.
L’agronomo Giacomo Agostinetti (Cimadolmo 1597-1682) raccoglie nel suo libro del 1679 "Cento e dieci ricordi che formano il buon fattor di villa". Uno di questi capitoli ( chiamati ricordi in quanto provenivano dalla sua esperienza di fattore nei poderi di nobili veneti ) insegna i trucchi per la coltivazione dell’ asparago, convincendo i coltivatori a non lasciarsi scoraggiare dai tre anni di attesa per il primo raccolto: il risultato raggiunto "pagherà di gran longa la spesa e fatica sofferta".
L’enorme sviluppo della coltivazione di asparago nel Veneto, sebbene tradizionale in questa regione fin dall’epoca romana, è tuttavia storia abbastanza recente e risale a meno di mezzo secolo fa, quando nelle campagne si cessò di allevare i bachi da seta ed in alcune aree vocate, soprattutto a Cimadolmo e Morgano nel Trevigiano: al posto di questa coltura si cominciò a sviluppare quella dell’asparago.
Dal febbraio 2002 è certificato prodotto IGP.







