


Raccolta verde presenta un buon aroma di fruttato con buona evidenza di piccante ed amaro, a maturità piena emergono sentori di pomodoro.

La zona di produzione delle olive comprende i territori vocati per caratteristiche pedologiche e climatiche.
I terreni idonei per la coltivazione dell’olivo atto alla produzione sono prevalentemente sciolti, a tessitura sabbiosa ma anche argillosi e profondi.
E’ una varietà molto diffusa per la sua duplice attitudine olio-mensa.
La pianta della cultivar Nocellara del Belice è mediamente vigorosa con chioma svasata e portamento pendulo. Le foglie, glabre, dritte e larghe, sono di colore verde lucente nella pagina superiore, mentre nella pagina inferiore sono di colore grigio salvia tendente all’argento. Il frutto è grosso (circa 5-7 grammi) quasi sferico, polpa consistente e croccante, rapporto polpa nocciolo superiore a 4. Il colore varia dal verde intenso al rosso vinoso o nero.
E’ caratterizzata da auto-incompatibilità pertanto può essere fecondata solo da polline proveniente da altre varietà. In fase di impianto è quindi necessario inserire varietà impollinatrici come ad esempio la Biancolilla, la Giaraffao e la Carbucia.
La Nocellara del Belice è una tra le più importanti cultivar di olive da mensa, lavorate sia in verde che in nero, per la buona pezzatura delle drupe, con un rapporto polpa nocciolo superiore a 4, contenuto in zucchero >2 e per la polpa di facile separazione dal nocciolo.
Attualmente è una delle olive più pregiate al mondo, insieme a quella di Gaeta e a quella greca di Kalamata.

Come si coltiva.
L’utilizzo dell’irrigazione, delle pratiche di concimazione e l’effettuazione delle altre pratiche colturali ed agronomiche devono essere effettuate secondo le modalità tecniche indicate dalla Regione Sicilia.
Sono ammesse forme di allevamento in volume, riconducibili al vaso, di densità massima pari a 300 piante per ettaro; altre forme quali il monocono, il fuso, il monocaule libero, la palmetta e la Y devono essere specificatamente autorizzate per i nuovi impianti da parte dei competenti servizi tecnici della Regione Sicilia.
La produzione massima ad ettaro è di 70 quintali. La Regione Sicilia tenuto conto dei sesti di impianto e delle altre condizioni di coltivazione può fissare, di anno in anno, limiti di produzione idonei purché il livello qualitativo sia rispettato.
La raccolta delle olive deve essere effettuata a mano (brucatura) nel periodo che va da settembre a novembre.
È vietato l’impiego di cascolanti.
La conservazione e il trasporto delle olive deve avvenire in cassette a rete o graticci, in strati che non superino i 20 cm.
Come si trasformano.
Le olive debbono essere avviate alla lavorazione entro e non oltre 24 ore dalla raccolta.
La concia delle olive, ai fini dell’acquisizione delle caratteristiche previste per l’immissione al consumo, deve essere effettuata con uno dei seguenti sistemi nell’ambito territoriale della provincia di Trapani:
Olive verdi:
a) fermentazione lattica (sistema sivigliano);
b) cangianti al naturale;
c) sistema Castelvetrano.
Limitatamente ai sistemi a) e b) è consentita la successiva elaborazione ad oliva intera, schiacciata, snocciolata, affettata, incisa, condita.
Olive nere:
a) mature senza trattamenti in mezzo alcalino;
b) con trattamento in mezzo alcalino.
Limitatamente al sistema a) è consentita la successiva elaborazione in salamoia al naturale, in salamoia all’aceto, disidratazione al sale secco, infornatura.
Limitatamente al punto b) è consentito il sistema californiano, al sale secco.

L’olivicoltura della Valle del Belice ha una lunghissima tradizione, specie per le olive da mensa: infatti questa coltura è riuscita ad affermarsi quasi spontaneamente sia per le idonee caratteristiche ambientali che per i requisiti merceologici pregevoli dell’unica cultivar rappresentata in maniera così preponderante.
I primi documenti che descrivono la Nocellara del Belice DOP risalgono addirittura ai tempi della colonia greca di Selinunte, nel VII secolo a.C., dove si trova un frantoio vecchio di 3000 anni che documenta la storia millenaria dell’oliva in questo territorio. A partire dal XVII° secolo l’olivicoltura è diventata per la Valle, se non la sola ed esclusiva risorsa economica, indubbiamente la più importante nell’ordinamento colturale della zona.
La coltivazione trovò ulteriore sviluppo nel 1700. Vi sono documenti in cui si attesta che nel feudo del Belice erano stati trovati ulivi fatti innestare dai Duchi di Terranova tra il 1744 (Ettore Pignatelli Tagliavia d’Aragona Cortes) ed il 1788 (Diego Pignatelli d’Aragona Cortes).
Nel corso dei secoli, la “Nocellara di Belice” è stata utilizzata principalmente per la produzione di olio. Nel corso degli ultimi due secoli però si è scoperta la sua duplice attitudine e di conseguenza le produzioni olivicole si sono diversificate in olio ed olive da mensa, lavorate sia in verde che in nero.
Dal XIX° secolo, infatti, la Nocellara del Belice DOP si è imposta come oliva da mensa.
Dal gennaio 1998 è certificata DOP.







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